Questo articolo di ⭕️Andrea Longhi documenta in modo autorevole ed emblematico l’importanza cruciale di essere molto cauti nell’ affidare l’export digitale alle grandi piattafome e-marketplace. Dobbiamo imparare a usare le piattaforme, e smettere di farci usare da loro e di subire i loro comportamenti scorretti.

L’Articolo di Repubblica:

Amazon “licenzia” i suoi distributori europei. La scorsa settimana il colosso dell’e-commerce ha mandato a più di 20mila vendor una mail: “Caro venditore – scrive -, nell’ambito di una politica di approvvigionamento attuata a livello europeo, Amazon ha deciso di concentrarsi sull’approvvigionamento dei marchi direttamente dai proprietari. Di conseguenza, ti informiamo che smetteremo di rifornirci di tutti i prodotti da te, a partire dal XXXX (le scadenze non sono uguali per tutti i venditori, ndr). Restiamo a vostra disposizione per discutere con voi di quanto sopra e, in caso di domande, vi invitiamo a contattare l’assistenza venditori tramite Vendor Central. Lei ha ancora la possibilità di vendere questi prodotti ai clienti direttamente sul nostro negozio attraverso Amazon Marketplace, come venditore terzo. Se non si dispone già di un account Seller Central, è possibile iniziare parlando con un membro del team”.

Una decisione annunciata

Una decisione annunciata, visto che la stessa comunicazione era stata inviata qualche anno fa ai vendor americani. “Il 3 marzo del 2019 – commenta Paola Marzario, esperta di commercio elettronico e Senior Partner di Netcomm, presidente e fondatrice di Brandon Group, tech company italiana che aiuta le aziende a vendere online – la stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti e da allora cercavo di avvertire i distributori di prepararsi. A breve Amazon chiuderà i contratti anche con brand diretti che non realizzano volumi interessanti. La sua politica è di farli lavorare da seller, in modalità self service. In Italia però Amazon lascia molto tempo ai distributori per prepararsi. Quasi tutti, infatti, sono stati avvertiti ora per contratti che scadranno a inizio 2024: come il Covid, nell’emergenza, ha dato l’opportunità e lo slancio per digitalizzarsi, anche in questo caso è importante cogliere l’opportunità per diventare seller su Amazon e su molti dei 200 marketplace presenti in Europa”.

Una strategia per ridurre i costi

La mossa che si inserisce nella più ampia strategia che il colosso dell’e-commerce sta perseguendo in questi mesi per ridurre i costi. “Questa decisione di Amazon è la legittima scelta di un retailer che cerca di contenere i costi nella sua catena di approvvigionamento e di tenere bassi i prezzi per i consumatori – commenta il presidente di Netcomm Roberto Liscia. Non si tratta necessariamente di un punto a sfavore dei distributori coinvolti che possono trasformarsi in seller e continuare a vendere i loro prodotti su Amazon e sfruttare la sua enorme base utenti internazionale per crescere, con più ampia autonomia nelle politiche di prezzo al consumatore, promozione, logistica e comunicazione”.

Amazon ha dichiarato  in una nota che continuerà a rifornirsi di prodotti da grossisti e distributori se sono i proprietari del marchio o se hanno un accordo con il produttore per essere il distributore esclusivo. Gli altri dovranno adeguarsi. E in fretta, visto che le prime “chiusure di contratto” sono previste già a partire da aprile. Certo, potranno continuare a vendere sul marketplace ma, abituati a farlo direttamente ad Amazon come distributori (si dice peraltro che molte aziende europee dovevano alla partnership con Amazon anche più del 30% dei loro ricavi), avranno bisogno di strutturarsi e cambiare completamente modello.

Da Amazon il 30% dei ricavi per molte aziende

“Come ogni azienda – dichiara Amazon -, rivediamo regolarmente il nostro approccio all’approvvigionamento dei prodotti con l’obiettivo di controllare i costi e mantenere i prezzi bassi per i clienti. Per questo motivo abbiamo deciso di concentrarci sull’approvvigionamento di alcuni prodotti per i nostri store europei direttamente dai proprietari dei marchi. Continueremo a rifornirci di prodotti da grossisti e distributori se questi sono proprietari del marchio o hanno diritti di distribuzione esclusiva. Saremo lieti di poter continuare a lavorare con grossisti e distributori che possono scegliere di vendere questi prodotti ai clienti direttamente sul nostro store attraverso il Marketplace di Amazon, in qualità di partner di vendita. Per aiutare i grossisti e i distributori a prepararsi, questo cambiamento non sarà implementato fino ad aprile”.