In un mare tempestoso pieno di drammatiche incertezze che mettono a dura prova la resistenza degli imprenditori e mettono a rischio il futuro delle aziende il ricorso alla collaborazione di altre aziende e partner amici e competenti diventa l’ancora di salvezza. La collaborazione è una necessità per fare business prima ancora che nell’export. La nostra società tende ad accumulare beni o capitali, e gli eccessi si vedono con il continuo accrescersi della divaricazione fra crescita della povertà e utili delle grandi organizzazioni che, a loro volta, prosperano sulla povertà. Come ad esempio le case automobilistiche, che continuano a opprimere o dismettere i subfornitori, a chiudere fabbriche e rilocalizzarle dove possono beneficiare di incentivi e lavoro a costo ancora più basso.
La gloriosa Mirafiori è oggi un deserto, mentre Stellantis, dopo aver lucrato per anni miliardi dai nostri governi ora investe in Serbia e in Brasile. Sono gli stessi governi che, invece di collaborare tra loro e di fare l’interesse dei cittadini, fanno scelte che finanziano queste operazioni inchinandosi a chi offre di più. Si incrementa così la forbice tra i milioni di piccole imprese – sempre meno esportatrici, sempre meno sostenute, e sempre meno – e l’elitè dei colossi del business internazionale, nemici delle MPMI e della collaborazione perchè non ne hanno bisogno in quanto sempre più foraggiati da sistemi governativi asserviti ai loro interessi. Tutto questo a discapito del bene comune e della collaborazione totale, per cui con alcuni si collaborerà, con altri si lotterà senza tregua per prevalere. La competizione è sana quando porta alla crescita di una società, al contrario è malata se porta solo alla ricchezza di pochi affamando moltissimi altri.
La collaborazione tra imprese è l’unico strumento per realizzare un mercato che abbia un futuro
Per le piccole imprese fare collaborazione sana è questione di sopravvivenza, e venendo al mondo dell’export è evidente che nessuna piccola impresa e nessun export manager può possedere individualmente le innumerevoli complessità richieste per governare con successo il processo dell’esportazione e dell’accesso ai mercati internazionali. Non si può fare da soli. La collaborazione va costantemente perseguita fra aziende esportatrici ma anche fra i loro export manager e innovation manager. La collaborazione tra imprese è l’unico strumento per poter realizzare un mercato che abbia un futuro.
Ma come si articola una collaborazione di successo?
Pochi conoscono in la normazione volontaria che regola processi collaborativi fra imprese e organizzazioni, codificata nella Normi UNI 11850 e linea guida 11851. Questa norma stabilisce i requisiti necessari per creare e gestire rapporti di collaborazione tra le micro, piccole e medie imprese (MPMI), basati su responsabilità, trasparenza, fiducia, equità, competenza e condivisione al fine di perseguire uno scopo comune per incrementare le proprie potenzialità nel mercato in termini di capacità, innovazione e resilienza.
Secondo la norma l’aggregazione può essere favorita o frenata dalla presenza di fattori stimolanti o limitanti, in particolare modo con i quattro elementi fondamentali perché una collaborazione possa nascere e svilupparsi:
- un’idea generatrice;
- un’opportunità di business;
- il potenziale delle aziende di collaborare e sostenere la propensione alla collaborazione;
- una filosofia imprenditoriale e manageriale integrata volta a favorire le relazioni con i partner sia all’interno sia all’esterno.
Questi principi sono perfettamente coerenti con la vocazione e il codice etico di Uniexportmanager, che a sua volta è coerente con la Norma UNI 11823 diventata ormai uno standard per le competenze export import e internazionalizzazione, che vede sempre più colleghi certificati. Non a caso, anche con il programma Qualipartner e il Premio Export Italia in Uniexportmanager facilitiamo ogni forma di collaborazione e aggregazione: non solo l’incontro fra domanda e offerta di competenze specializzate per settore, tecnologia, mercati di destinazione, ma anche il finanziamento, lo sviluppo in corso d’opera, e il successo dei progetti internazionali.
Il punto di vista di aziende reti stampa e associazioni export
Ne abbiamo parlato nell’incontro online con TemPlus di giovedì 28 marzo 2024. Durante l’evento manager ed esperti d’impresa si sono confrontati su come varie forme di aggregazione sui mercati esteri possano essere un fattore determinante per la conquista e il mantenimento delle quote di mercato, con l’apporto di:
● Fabio Milella (Direttore di Lodi Export)
● Giancarlo Taglia (Manager di Rete Il Buon Gusto Italiano)
● Nicola Minervini (Consulente di Internazionalizzazione)
● Giorgio Oggero (Temporary Export Manager)
● Giuseppe Vargiu (Presidente Uniexportmanager)
Qui la registrazione:
Grazie per leggere commentare e condividere le newsletter del pensiero Export Italia 2030.
Giuseppe Vargiu,
Presidente Uniexportmanager
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