Underdog è un termine venuto alla ribalta i giorni scorsi grazie al discorso della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni alle Camere in occasione dell’ insediamento del nuovo Governo.
Devo ammettere che non ne conoscevo il significato ma mi piace abbinarne il concetto a quello di un nuovo modello di export trainato dalle  tantissime aziende MPI potenziali  esportatrici del Made in Italy che si trovano, partendo da zero, ad essere dotate di poteri straordinari e messe in condizione finalmente di  combattere e vincere  le battaglie sui mercati esteri.

Cominciamo con il lavoro

Usciamo dalla metafora e vediamo nel nuovo governo importanti novità che sembrano accogliere in pieno le tesi del pensiero ExportItalia 2030.

Cominciamo con il lavoro, non a caso la nostra costituzione nell’art.1 lo pone a fondamento della repubblica italiana, e con le imprese. La tutela e la creazione del lavoro dovrebbero occupare SEMPRE il primo posto nelle attività legislative e di governo. Negli ultimi due anni questo principio il lavoro, l’impresa, e la democrazia sono stati messi in secondo piano da un pensiero unico ispirato alla tutela sanitaria. Ora, grazie a Dio, finiscono molte limitazioni al lavoro e si può parlare  liberamente di come gestire la transizione con nuove forme di lavoro e nuovi modelli organizzativi.

Non era facile trovare un profilo che avesse insieme esperienza e competenza di interazione diretta con imprese, sindacati, associazioni e professionisti, unita a una consolidata reputazione e alla capacità di interagire ai più elevati livelli istituzionali. Marina Calderone è l’unica a possedere tutti questi requisiti tra i Ministri del Lavoro che si sono susseguiti tutti questi  anni. L’abbiamo incontrata in occasione del Festival del Lavoro, lo scorso giugno, e questa newsletter ha già avuto modo di riportare la sua visione:

Il pensiero ExportItalia 2030 abbina infatti  in modo quasi intrinseco lo sviluppo dell’export alla creazione di prosperità e nuova occupazione, alla creazione di nuove competenze, ai nuovi modelli di lavoro e di collaborazione aziendale e professionale come l’export collaborativo.

Imprese ed export: Il MISE diventa MImI – Ministero delle Imprese e del Made in Italy

 Il MISE assume la denominazione di Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ma quello che secondo noi è più importante  è che la sua guida sia sta affidata a un uomo politico come Adolfo Urso.

Il suo profilo apporta non solo una solida esperienza politica, ma anche una consuetudine di lunga data nella promozione del Made in Italy, dispiegando un  fattivo impegno in centinaia di missioni imprenditoriali in tutto il mondo. Uno che le imprese le conosce.  Noi lo abbiamo conosciuto dopo la guerra in Iraq, quando a Kuwait City si cercava di ritagliare per le aziende italiane uno spazio nella ricostruzione di un paese di cui eravamo storicamente fra i primi tre fornitori.

La vecchia cabina di regia e i suoi registi occulti

Riporto qui dal verbale dell’ultima Cabina di regia per l’internazionalizzazione a dicembre 2021:

 "La Cabina di regia, co-presieduta dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministro dello Sviluppo Economico, definisce ogni anno le linee di indirizzo strategico e le azioni in materia di promozione all’estero e internazionalizzazione del sistema produttivo. Alla riunione hanno preso parte anche il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale Vittorio Colao, la Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, la Ministra per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna, la Vice Ministra Teresa Bellanova, il Sottosegretario Manlio Di Stefano, la Sottosegretaria per la Transizione Ecologica Vannia Gava ed il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, oltre a numerose altre Istituzioni ed Associazioni impegnate nel sostegno ai processi di internazionalizzazione delle imprese italiane." 

tutti insieme appassionati in una passerella cosi affollata che proprio per questo di regia non poteva averne neanche l’ombra.

Come pensiero indipendente possiamo dire chiaro quello che pensiamo. Il suo ruolo è stato finora quello di coprire le decisioni di chi esercitava influenza dominante, per allocare di fatto la destinazione degli ingenti fondi per l’export, senza comparire. Fondi che alle Micro e Piccole Imprese (MPI) del Made in Italy non sono arrivati, tanto è vero che il numero di esportatori decresce ogni anno, e contiamo 20mila aziende in meno soltanto l’anno scorso. Fra l’esultanza degli esponenti della Cabina di Regia e di coloro che pensano che le MPI debbano essere gradualmente distrutte perché sono noiosamente  troppo piccole, e disturbano i manovratori.

Il meccanismo era molto semplice ed è ancora attuale: 1 – destinare a parole ingenti fondi all’export e alle piccole aziende. 2 – pilotare nei fatti, attraverso comitati e apaprati, i fondi alle aziende PMI medio grandi, small e big cap, escludendo Reti e MPI.

Il nuovo ipotetico comitato interministeriale dell’export

Secondo il Sole24ore si fa strada nel Governo Meloni l’idea di un nuovo Comitato Interministeriale dedicato all’internazionalizzazione del sistema economico e al commercio estero, co-presieduto dal ministro degli Esteri, e da quello delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise, ministero dello Sviluppo economico).

Ricordiamo che l’internazionalizzazione era stata spostata da Luigi Di Maio, che l’aveva portata alla Farnesina durante il governo Conte Bis. Secondo il Sole la competenza rimarrebbe per il momento in mano al MAECI. Con una norma da inserire nel futuro ‘Decreto competenze ministeri’ potrebbe trasformare l’attuale Cabina di regia dedicata all’internazionalizzazione in un nuovo comitato interministeriale. La cui guida verrebbe condivisa tra il MAECI e il ministero Imprese e Made in Italy. Questo  nuovo organismo a mezzadria  tra i due dicasteri dovrebbe avere un’incidenza maggiore a livello operativo e normativo rispetto alla vecchia Cabina di Regia.

Il punto chiave è la governance degli enti e degli apparati per l’internazionalizzazione e specificamente: ICE, Sace, Simest, Comitato Agevolazioni Simest, comitato Portafoglio Sace, Cassa Depositi e Prestiti. Con la gestione del Patto per l’Export, dei fondi PNRR correlati a Export e digitalizzazione, dei 1500 milioni l’anno  già stanziati per l’internazionalizzazione.

Abbiamo un sogno

Una cosa è certa: Comitati, Cabine di Regia,  Commissioni, sono tutti strumenti utili a non decidere, a nascondere decisioni, a scaricare le responsabilità.

Non sappiamo chi sarà il prossimo regista del nostro export, anche se vediamo a bordo del Governo Meloni ministri  capaci e lungimiranti in grado di governare efficacemente il Sistema Italia sui mercati. Senza una regia forte e decisa e un Piano per l’Export di qui al 2030 che ponga strategie, obiettivi, e indicatori di valutazione, il Sistema Italia resterà ostaggio di Comitati e Cabine che sono sempre stati gli strumenti delle incrostazioni lobbistiche negli apparati e delle regie occulte.

Noi  abbiamo un sogno: una nuova regia. Che parta dalla consapevolezza che l’internazionalizzazione del sistema economico e al commercio estero e delle MPI è il cuore del strategico del nostro sistema economico e non è una torta da spartire tra le lobby.

Sarebbe bello vedere una guida illuminata che mette insieme competenze dei ministeri Made in Italy – imprese, esteri, e lavoro (+export = +lavoro) con una strategia chiara e trasparente e obiettivi  facilmente misurabili se si vuole in termini di aumento delle aziende esportatrici del Made in Italy. Possiamo raddoppiare il numero di aziende esportatrici.

Le aziende le associazioni e i manager underdog e le tesi ExportItalia 2030

Torniamo al concetto “underdog” che nella nostra visione è lavorare per fare emergere i poteri straordinari delle MPI, soprattuto quelle che hanno meno risorse, portando competenze qualificate di exportmanager in ogni azienda.

In tutta Italia con il Premio Export Italia, con la collaborazione di istituzioni e associazioni come Uniexportmanager, FederItaly, AssoretiPMI, che portano avanti modelli e progetti di nuova generazione che condividono la visione dell’export che crea lavoro e prosperità, cerchiamo le migliori storie di export e internazionalizzazione per premiarle come testimonial di come piccole aziende e professionisti capaci possono affermarsi a livello internazionale con la volontà, intelligenza, creatività che sono il cuore dello sviluppo futuro e della creazione di lavoro.

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E permettetemi di ricordare ultimo ma non per importanza, l’entrata a regime della Norma UNI 11823 che porta un nuovo standard nella professione di Exim Manager, e soprattutto un codice etico e di comportamento che rassicura le imprese che ingaggiano manager le cui capacità e competenze sono certificate in conformità alla norma. L’Organismo di Certificazione Italy Bureau of Certification ha svolto i giorni scorsi i primi esami, e mi fa piacere congratularmi qui con Eletta Vettori, titolare del certificato n.001, la prima export manager certificata in Italia. Auguri a Eletta  e grazie ad UNI, IBCert, Accredia e a tutte le organizzazioni professionali che hanno dato vita a una norma volontaria che faciliterà l’incontro di fra domanda e offerta di managerialità per l’export. Si calcola che siano aperte in Italia non meno di 20.000 posizioni per profili professionali legati all’export e al digital export.

Giuseppe Vargiu,
Presidente Uniexportmanager