Lo scenario mondiale sconvolto dalla guerra e i tempi di incertezza che stiamo vivendo non devono farci dimenticare i risultati dell’export 2021, oltre 500 miliardi, che dimostrano le straordinarie virtù del sistema imprenditoriale italiano. Resta il fatto che in Italia meno dell’ 1 % degli operatori, diciamo 1000 aziende, genera il 52% dell’export.
Vogliamo renderci conto di quanto lavoro ci sia da fare per coltivare le incredibili potenzialità di crescita per l’export del restante 99%? Parliamo di 123mila imprese già esportatrici, più altre 100mila che potrebbero diventarlo, che oggi valgono meno della metà dell’export e sono loro il petrolio imprenditoriale che dobbiamo estrarre. Nella crisi generale stanno nascendo opportunità del tutto nuove. Le aziende devono trovare reattività nello sperimentare nuovi modelli e strategie vincenti.
Deglobalizzazione rilocalizzazione digitalizzazione regionalizzazione
Il sogno di iperglobalizzazione con la corsa a delocalizzare tutto sui paesi produttori a basso costo si è infranto bruscamente su nuovi processi in atto sui mercati internazionali, accelerati da pandemia, guerra, e crisi energetica e finanziaria.
Nuovi modelli impattano drasticamente sulle catene globali di valore:
Rilocalizzazione: ossia riportare in le produzioni in patria. Il basso costo non vale il rischio. In questi giorni a Shanghai è fermo metà del prodotto mondiale.
Deglobalizzazione: la crisi finanziaria globale, prima ancora della guerra e della pandemia ha apportato un profondo mutamento del sistema globale di interconnessioni economico-produttive, finanziarie e politico-istituzionali: si delineano due grandi blocchi geopolitici Oriente – Occidente, America – Cina.
Regionalizzazione: ossia riconfigurare produzioni e forniture e canali commercio estero all’interno di macroaree regionali come ad esempio l’Europa o l’Area Mediterranea.
Digitalizzazione: insieme alla sostenibilità ambientale e a nuovi modelli di export potrebbe essere lo strumento chiave per le pmi della nuova normalità.
Le Aziende e i Governi che sapranno comprendere e intercettare questi processi vinceranno la partita di un commercio mondiale che di qui al 2030 comunque, nonostante tutto, raddoppierà i suoi volumi.
La questione delle competenze
Nonostante un enorme potenziale il numero delle aziende italiane esportatrici è in costante calo da molti anni, ben prima della pandemia. La ragione è che mancano nelle aziende le competenze qualificate per l’export. Possiamo raddoppiare il numero delle aziende esportatrici in pochi anni e aumentare il valore del loro export. Per farlo però è necessario portare al loro interno competenze export:
- la questione della disponibilità di competenze è diventata assolutamente prioritaria
- a maggior ragione nella fase critica che siamo vivendo
- a maggior ragione in Italia dove il numero delle piccole imprese è il 98%
- specificamente nel commercio internazionale
Le aziende hanno bisogno di professionisti.
Il profilo dell’export manager
L’export manager, o meglio l’esperto dei processi export import internazionalizzazione, è la figura chiave che, soprattutto nelle aziende medio piccole, diventa il riferimento per le aziende, e la sua competenza diventa il fattore fondamentale della crescita imprenditoriale.
Questa figura è diventata una professione riconosciuta nel quadro legislativo e istituzionale delle professioni grazie al rilascio della Norma UNI 11823:2021, che pone uno standard di capacità conoscenze e responsabilità a garanzia delle aziende, a tutela dei professionisti, a disposizione delle istituzioni.
L’associazione Uniexportmanager, che chi scrive ha l’onore di presiedere, riunisce gli exportmanager italiani, è fra i promotori della Norma UNI per gli Exportmanager, è fra i sottoscrittori del Patto Per l’Export che è la più potente azione integrata mai fatta per la promozione dell’export italiano. Siamo nati con la visione ExportItalia2030, molto chiara ed espressa in tre assunti:
- L’export è il cuore dello sviluppo futuro del nostro paese
- Le PMI sono il cuore dell’export
- Gli export manager sono il cuore delle PMI esportatrici
Una azione di sistema per il Made in Italy: Il premio ExportItalia 2030
E’ questa la motivazione che ci ha spinto a promuovere sostenere il Premio ExportItalia che prende avvio da Modena il 27 aprile con la prima chiamata alle aziende italiane che ci aiutano col loro esempio e con l’esempio dei loro exportmanager a reinventare l’export:
In questa occasione incontreremo anche i giovani laureati premiati dalla Università di Modena e Reggio Emilia per le tesi sull’export: c’è grandissimo bisogno di nuove risorse per combattere e vincere la guerra dell’export. Monitoriamo costantemente le posizioni aperte in Italia per l’ingaggio di profili professionali di export manager: sono tantissime e in costante crescita.
Sono loro le risorse necessarie per combattere pandemia, guerra e recessione ed estrarre il petrolio imprenditoriale, o più propriamente il valore inespresso dell’export delle PMI del Made in Italy.
Giuseppe Vargiu
Presidente Uniexportmanager
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