Avviare il 2022 con la potenza del pensiero positivo e una visione chiara del nostro futuro. Detto così sembra banale, anche perché questo 2021 che sembrava di grande ripresa ultimamente ci ha ripiombato nell’angoscia di non sapere quello che succederà.
Pensare positivo vuol dire liberare il proprio spirito e la propria mente da ogni paura, ansietà, sentimento di insicurezza. In un contesto dove la soluzione al problema covid ancora non c’è, e tutto il mondo va avanti per tentativi, chi ha posizioni di responsabilità deve tenere i nervi saldi e guardare lontano. E’ esattamente questo l’intento del pensiero #ExportItalia2030 che oggi , attraverso questa newsletter su LinkedIn, declina tesi contenuti e contributi alle tematiche vitali di export, import, internazionalizzazione.
Vogliamo scoprire insieme i modi migliori di sviluppare l’economia e creare lavoro con la valorizzazione del commercio internazionale e delle aziende di qualità del Made in Italy, anche e soprattutto quelle più piccole.
L’idea principale delle tesi #ExportItalia2030 è riassunta nei primi 4 enunciati che riassumono la posizione fondamentale assunta di chi si riconosce in questa scuola di pensiero:
● L’export non si fa da soli
● La crescita dell’export e delle imprese esportatrici è il cuore dello sviluppo e il commercio internazionale è un tema da porre al centro di qui al 2030
● Le PMI sono il cuore dell’export
● Le competenze permanenti per l’export sono il cuore delle PMI e bisogna portarle a tutte le aziende
Si è attivato a livello mondiale un nuovo insieme vigoroso di nuove interazioni. La pandemia ha solo accelerato queso processo epocale di cambiamento. Le persone e le aziende stanno scoprendo e inventando nuovi modi di condividere idee conoscenze e relazioni con incredibile rapidità. Come diretta conseguenza, i mercati stanno diventando più intelligenti e più veloci della delle aziende e dei governi.
ExportItalia2030: Le Prime 24 Tesi
- L’Export NON si fa da soli.
- L’Export è il cuore dello sviluppo dell’economia.
- Le PMI sono il cuore dell’export.
- Portare competenze export permanenti in ogni azienda.
- Obiettivo 2030: 300mila aziende esportatrici.
- Essere consapevoli che quante più risorse sono allocate sull’export, tanto più si generano benefici superiori all’investimento e si fa crescere il PIL.
- Sostenere l’export come politica attiva che crea lavoro, occupazione, e sviluppo.
- Non può esserci export senza competenze digitali e senza contenuti sostenibili.
- Premiare le migliori pratiche export.
- Abbattere le barriere al commercio internazionale.
- Combattere i monopoli e le posizioni dominanti che ostacolano la libera concorrenza sui mercati.
- Sostenere le pratiche, le normative, e i regolamenti che rafforzano la specificità del Made in Italy delle PMI.
- P.A. – semplificazione, trasparenza, obiettivi chiari, monitoraggio sui risultati .
- Attuare il patto per l’export e misurarne l’impatto sulle le piccole imprese motore della ripartenza.
- Detassare gli utili provenienti dall’export delle PMI.
- Sostenere gli expat e i professionisti italiani che lavorano all’estero.
- Allocare le risorse export prioritariamente sulle PMI.
- Incentivare le grandi aziende solo se inducono vantaggi alla collaborazione con le PMI in Italia.
- Un export manager in ogni azienda.
- Sostenere la qualificazione, la certificazione, e la normazione volontaria delle professioni per l’accesso ai bandi.
- Abbandonare la pratica dei clickday per agevolazioni e incentivi.
- Promuovere uno sviluppo di export digitale consapevole e condiviso che porta benefici concreti alle aziende, e non solo alle grandi piattaforme e fiere.
- Sostenere le iniziative di collaborazione fra aziende, professionisti, associazioni professionali e imprenditoriali che promuovono il Made in Italy.
- La lotta più efficace all'”italian sounding” si fa portando il Made in Italy autentico delle PMI ai consumatori direttamente nei punti vendita e nei canali commerciali.
Giuseppe Vargiu
Presidente Uniexportmanager
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