NESSUNO VI DICE PERCHE’ MANCANO LE MASCHERINE, qui lo spieghiamo nelle lettera aperta al Commissario Arcuri
Molti ci chiedono aiuto nell’importare mascherine dalla Cina, dato che in Italia sono “FINITE” e che nessuna nazione Europea è autorizzata a venderle ad un’altra.
Risultato? Medici che usano la stessa mascherina per 8 giorni pagata 25 Euro dallo sciacallo di turno e persone che o non la trovano o non trovano 60 euro da dare allo sciacallo di turno
La colpa è di una incredibile burocrazia che rende di fatto “IMPOSSiBILE” importare le mascherine dalla Cina.
Le normative vigenti, magari giuste in tempi normali ma non ora, IMPEDISCONO qualsiasi acquisto/importazione prodotti di tale tipo.
In America hanno semplificato le certificazioni, il mercato si approvvigiona liberamente dai produttori cinesi che hanno ripreso a pieno regime, e le mascherine si trovano senza problemi.
In Italia i amministrazioni e dogane parlano arabo: “Non puoi importare una mascherina FFP2 in quanto i prodotti certificati secondo lo standard EN-149:2001+A1 2009 entrano in Europa come DPI e sono soggetti alla direttiva 89/686/CEE con un Annex A preciso e stringente, mentre le NK95 che sono come le FFP2 se non meglio sono testate secondo lo Standard GB2626:2006 che non è riconosciuto a livello Eurpeo. Chi importa e non può ottenere il relativo marchio rischia sequestro e distruzione della merce.”
Tradotto in soldoni se la fabbrica cinese, che produce con standard equivalenti a quelli europei ma senza autorizzazione europea che ci vogliono 60 giorni ad averla, non puo esportare in Italia.
Quindi, la gente è costretta a farsi sciacallare, o girare senza, o magari riusare maleodoranti mascherine vecchie di 10 giorni.
Abbiamo fatto un appello al nuovo Commissario @Domenico Arcuri. Lo conosciamo, è stato consulente imprenditore e manager: il primo intervento che può fare è la semplificazione. Liberalizzare l’import delle mascherine medicali certificate dal Governo Cinese, che hanno gli stessi standard anche senza i bollini europei.
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