Il sistema export Italiano ha bisogno di evolvere. E’ sotto gli occhi di tutti un sistema di promozione export distorto, incentrato sulla figura dei temporay export manager “venduti” attraverso l’interposizione delle società TEM.
E’ tempo di finirla con quello che possiamo chiamare “signoraggio” sui temporary export manager e restituire ai professionisti singoli la libertà di essere ingaggiati e alle aziende la facoltà di sceglierli senza interposizioni.
Le aziende beneficiarie delle promozioni export devono essere lasciate libere di scegliere i professionisti che si occupano del loro export senza essere obbligate passare dal “signoraggio” delle società accreditate dalla burocrazia ministeriale .
Dicesi temporary export manager, nella descrizione che ne fa il MISE, quella figura professionale specializzata nell’erogazione di servizi volti a facilitare e sostenere i processi di internazionalizzazione d’impresa; e sono chiamate “società di TEM” quelle società di capitali ovvero consorzi accreditati a fornire alle PMI assegnatarie per il tramite dei TEM, servizi di accompagnamento ai processi di internazionalizzazione d’impresa.
E’ una cattiva pratica scandalosa che ormai perdura da anni a beneficio non delle aziende, e nemmeno dei professionisti manager costretti spesso a lavorare sottopagati, per non parlare del caso frequente di stagisti fatti passare per manager. Sappiamo tutti che il mercato dei TEM è dominato all’80% dalle stesse poche società e apparati che si vantano anche pubblicamente di aver ispirato queste cattive pratiche.
La figura del Temporary Export Manager è certamente utile, anche se io personalmente sopprimerei tout court la parte Temporary: infatti la funzione export in nessuna azienda puo’ essere temporanea.
Dove stà la distorsione del sistema? Non certo nella figura professionale.
Qualcuno deve spiegare infatti perché un’azienda che individua un professionista adatto alle proprie esigenze export non puo’ ingaggiarlo liberamente? Infatti , se vuole beneficiare degli incentivi è obbligata a ricorrere alle società intermediarie accreditate dal MISE per la “vendita” degli export manager. Questo vale anche per quelle Regioni, che fanno i bandi nei quali i servizi export devono essere necessariamente rilasciati dai consulenti “accreditati”.
Dove l’accreditamento limita la libera scelta delle aziende, pone in essere una vera propria interposizione nel lavoro dei professionisti, non ha ragione di essere se non quella di favorire cerchie ristrette a totale svantaggio delle aziende e dei professionisti realmente liberi.
Uniexportmanager si batte per abbattere il “signoraggio” delle società TEM e restituire ai veri professionisti in grado di assistere le aziende in un percorso che ormai dall’export si estende al digitale, al marketing, all’innovazione la libertà di essere ingaggiati per quello che valgono.
La lotta al “signoraggio dei TEM” è solo una delle iniziative Uniexportmanager in favore dei professionisti italiani dell’export e per accrescere il numero delle aziende italiane esportatrici. Partecipate alle nostre iniziative e inviateci la vostra manifestazione di interesse : https://uniexportmanager.it/richiesta-adesione/
Giuseppe Vargiu, presidente Uniexportmanager
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